L’importanza del recupero ed efficientamento del nostro patrimonio immobiliare.Se tanto è stato fatto, moltissimo c’è ancora da fare.
Sul fronte dell’efficientamento energetico degli edifici, rispetto a dieci anni fa sono stati compiuti passi da gigante, ma la strada appare ancora tutta in salita. Si tratta però di un cammino che deve essere percorso e rispetto al quale è necessaria grande attenzione, in particolare dal mondo politico e istituzionale.
La situazione del patrimonio immobiliare italiano è ben nota. In Italia ci sono circa 12 milioni di edifici residenziali, di cui circa il 74% è stato realizzato prima degli Anni ’80.
Questo significa, nella maggior parte dei casi, che tali edifici sono stati costruiti in assenza di specifiche normative. Il patrimonio immobiliare italiano è stato costruito senza indicazioni sismiche, energetiche e con bassa qualità di materiali.
Il suo stato è pessimo o mediocre. Riqualificare – o spesso buttare giù e ricostruire ex novo – appare la strada maestra.
Ma il tema della riqualificazione energetica, dell’efficientamento energetico, deve essere affrontato in maniera sinergica dai diversi attori. Sono necessarie regole chiare, efficaci e note. Senza contare il fatto che il recupero ed efficientamento del nostro patrimonio immobiliare e riqualificare genera valore immobiliare.
Evidenziando le criticità, Fabrizio Segalerba, segretario nazionale della Fiaip, “La classe energetica non ha ancora un risalto nell’ambito della trattativa”.
Quanto emerge dal Primo Rapporto sul recupero edilizio in Italia, realizzato da Scenari Immobiliari in collaborazione con Paspartu Italy ci dice che con oltre 10 milioni di edifici residenziali costruiti prima del 1990.
Il mercato delle ristrutturazioni costituisce la chiave di volta per un notevole incremento del valore di un patrimonio immobiliare obsoleto.
Si contano 123 milioni di mq di abitazioni vuote inadatte da ristrutturare (circa il 5% dei 2.450 mln mq dello stock residenziale totale). Ciò significa che nell’immediato potrebbe sbloccarsi un mercato potenziale di oltre 1 milione di case.
Già oggi il 19% delle compravendite (con punte del 25% a Napoli) riguarda case da ristrutturare. Il numero aumenta esponenzialmente se si considerano anche le unità immobiliari abitate dello stock che avrebbero ugualmente bisogno di manutenzione straordinaria, per un investimento stimato in 50 mld di euro.
L’importanza del recupero ed efficientamento del nostro patrimonio immobiliare comporta un miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti, risparmi energetici e anche bellezza della casa. Ma è anche un investimento. Una casa più bella e più funzionale vale di più, e per una società di proprietari come quella italiana, aumentare il valore di un immobile è una mossa strategica significativa. Ciò che non può mancare è l’efficientamento della parte impiantistica, che deve essere a norma e tecnologicamente evoluta al massimo delle possibilità. Di uguale importanza è la sicurezza dell’immobile, munito di allarme, specie nelle grandi città, la predisposizione per l’installazione di climatizzatori d’aria e una connessione wi-fi, così che anche il confort non venga da meno.
La consapevolezza che l’ambiente non può essere considerato uno spazio illimitato e che le risorse del pianeta non sono infinite, fa nascere la necessità di mettere in atto una serie di risposte tra cui anche quella di tipo educativo. L’investimento di energie sull’educazione ambientale è allora una delle possibili vie che si possono intraprendere per comprendere la complessità del reale e prendere coscienza della necessità di modificare la relazione uomo-natura. L’informazione ambientale sugli effetti che ogni nostra azione produce sull’ambiente è fondamentale per creare una coscienza che sia rispettosa dell’ambiente che ci ospita e per prevenire gli effetti che tutti conosciamo: inquinamento, effetto serra, deforestazione, buco dell’ozono per citarne solo alcuni.
La riqualificazione energetica delle strutture esistenti, con interventi mirati sull’involucro e sugli impianti, diventa un obiettivo prioritario e strategico della nuova edilizia.Tale azione, oltre a migliorare sensibilmente le condizioni abitative, consentirebbe una riduzione dei consumi energetici superiore al 50%, con ricadute positive sia per l’ambiente, sia per gli utenti che vedrebbero diminuire i costi della propria bolletta energetica.
I consumi energetici degli edifici dipendono sia dalla loro struttura, sia dalla loro gestione. E’ necessario che nell’ambito della riqualificazione energetica degli edifici siano promossi tra gli occupanti interventi formativi al risparmio energetico che si integrino con l’analisi delle caratteristiche energetiche degli edifici e degli impianti ad essi asserviti.
Questo comporta, per gli occupanti, da una parte di comprendere meglio il funzionamento del sistema edificio-impianto, dall’altra si dà un riscontro concreto alle proposte di modifica dei comportamenti trasmessi agli utenti.
Per ottenere dei cambiamenti importanti nelle abitudini degli occupanti del sistema edificio-impianto e per rendere possibile che le risorse del pianeta vengano utilizzate secondo criteri di sostenibilità, gli interventi migliorativi che scaturiscono dalla correzione delle vulnerabilità individuate dall’audit energetico degli edifici si devono fondere con interventi di formazione.
Ma la sola trasmissione della conoscenza non è sufficiente. Ad essa va associata la necessità di provocare cambiamenti nei comportamenti umani.
In seguito al cambiamento del comportamento degli utenti, è d’obbligo un’azione di coerenza da parte di tutti, intervenendo sulle strutture pubbliche e private, in modo da migliorarne l’efficienza energetica.
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